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ecologia sociale

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Il professore Hudolin sosteneva che”l’approccio ecologico sociale si basa su concetti di ecologia sociale, usando come forma di lavoro il Club.Invece di vedere l’ambiente come fosse privo dell’uomo ,l’approccio ecologico sociale lo vede con la famiglia al centro dell’interesse. Gli squilibri tra i sistemi ecologici sociali producono vari disagi che possono essere trattati considerando l’interdipendenza e la comunicazione dell’uomo con tutto il creato che lo circonda.

alca centro di ascolto .Per appuntamenti MARTEDI dalle 16.00 alle 18 / VENERDI dalle 10.00 alle 12.00.Telefono analcolico 3405705181.

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Giovani e Alcol: istruzioni per l’uso

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Negli ultimi anni è evidente l’incremento vertiginoso del consumo di alcol da parte di adolescenti e pre-adolescenti. Un forte aumento dovuto anche alle pressioni sociali, mediatiche e pubblicitarie sempre più frequenti e incalzanti.

Il dato disarmante è che il consumo e l’abuso di alcol è altissimo tra i più giovani e gli adolescenti. L’incontro con l’alcol avviene sempre più spesso fuori casa, in occasioni che favoriscono e spingono al consumo di bevande alcoliche come l’aperitivo, le feste “open bar”, dove pagando una cifra forfettaria si ha la possibilità di bere senza limiti.

l’OMS raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol al di sotto dei 16 anni di età e i risultati della ricerca scientifica ci dicono che chi inizia a bere prima dei 16 anni ha un rischio 4 volte maggiore di sviluppare alcoldipendenza in età adulta rispetto a chi inizia non prima dei 21 anni.

Il fenomeno è preoccupante soprattutto perché coinvolge l’universo femminile. Il bere ha perso la sua ritualità dei pasti e ha assunto invece una connotazione più comportamentale, l’assunzione di alcol è legata agli effetti che esso riesce ad esercitare sulle performance personali sa fisiche che psichiche di un adolescente.

La ricerca dell’ effetto “secondario” da parte dei giovani si manifesta con l’abuso di questo tipo di sostanze con l’obiettivo di sentirsi più disinibiti, loquaci e più integrati nel gruppo.

L’alcol, soprattutto nelle ragazze, aiuta a trascorrere una serata con gli altri eliminando le inibizioni e le resistenze psicologiche alla propria espressione fisica e verbale. In molti forse non sanno che gli effetti dell’alcol sono assimilabili a quelli di altre droghe, cioè induce alla dipendenza fisica e psichica, provoca assuefazione e disturbi comportamentali. Per non parlare dei tantissimi tipi diversi di malattie che l’abuso d’alcol provoca tra cui:lesioni, tumori, disturbi cardiovascolari, infertilità etc…

Da sottolineare l’ultimo trend che sta prendendo sempre più piede tra i giovani consumatori e che viene chiamato “binge drinking”, con tale termine si indica il consumo di 6 o più bevande alcoliche in un’unica occasione.

Per combattere l’abuso del consumo d’alcol diffuso soprattutto sui minori non basta solo informare passivamente i giovanima è fondamentale sensibilizzare e formare i ragazzi sin da piccoli riguardo quest’importante tematica che concerne la salute di ognuno di noi.

( La Legge n. 189 dell’8 novembre 2012 stabilisce, infatti, il divieto di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 18 e l’obbligo di richiedere il documento di identità per accertare l’età dell’acquirente.)

Fonte: Martina Pelucchi – diredonna.it

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Le conseguenze dell’abuso di alcol

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Effetti dell’alcol sul cervello

L’alcol è un forte depressore del sistema nervoso centrale (psicolettico), il che significa che ne blocca le funzioni. L’alcol contiene etanolo, una sostanza che viene assorbita dal flusso sanguigno. Le molecole sono piccole, quindi superano facilmente la barriera emato-encefalica che protegge il cervello dalle sostanze tossiche. Quando arrivano al cervello, aumenta la produzione di dopamina e di endorfina nel sangue.

Essendo un depressore del sistema nervoso centrale, l’alcol compromette i neurotrasmettitori gabaergici e glutammatercici. L’alcol, inoltre, produce nel consumatore una sensazione di calma e rilassamento, colpendo le parti del cervello che si occupano del movimento, della memoria e della respirazione.

 

Il glutammato ha un ruolo critico per quanto riguarda la memoria e la cognizione, l’alcol lo inibisce, causando la morte dei neuroni responsabili del comportamento sociale, dell’autocontrollo, del giudizio… Insomma, si perde il controllo inibitorio. L’alcol colpisce anche il mesencefalo, ovvero il cervello medio, legato alla coordinazione motoria, al linguaggio, alla vista e alle reazioni dell’organismo ai segnali d’allarme.

 

Secondo Nahas e Trouvé, l’alcol causa nelle persone che ne abusano:

 

Piacere: simile a quello scatenato dall’ assunzione di cioccolato o da un rapporto sessuale.

Neurotossicità: danneggia il tessuto nervoso causando la morte dei neuroni.

Tolleranza: chi assume alcol in modo abituale deve ingerirne quantità sempre maggiori per raggiungere lo stesso effetto.

Sindrome di astinenza: quando l’assunzione di alcol viene interrotto bruscamente, dopo circa 8 ore, si scatenano ansia, depressione, stanchezza, irritabilità, tremori e tanti altri sintomi.

Rinforzo positivo: la motivazione che spinge ad assumere alcol è alta ed è associata agli effetti “positivi” di questa sostanza, come l’euforia iniziale, l’effetto ansiolitico o la capacità di intrattenere rapporti sociali mentre si beve.

I famosi postumi della sbornia che si manifestano dopo aver assunto grandi quantità di alcol si devono alla disidratazione cerebrale: l’organismo tende ad eliminare l’alcol con l’aiuto di diversi organi attraverso il sudore e l’urina, causando questa disidratazione ed altre conseguenze, come nausea, mal di testa, visione offuscata, ecc.

 

Disturbi mentali acuti indotti dall’alcol

Tra le conseguenze dell’ alcol in termini di disturbi mentali troviamo anche quelli più acuti, che si protraggono per un determinato periodo di tempo. Stiamo parlando del delirium tremens, dell’ allucinosi alcolica e della perdita parziale di memoria.

In caso di delirium tremens, i sintomi cominciano a manifestarsi dopo il secondo o il quarto giorno di astinenza da alcol e possono portare anche alla morte della persona. Se si sopravvive agli episodi di delirio, si finisce in un sonno profondo che dura ore. I primi sintomi sono ansia, insonnia, tremori e tachicardia.

 

Nella fase di delirium il soggetto è disorientato, con un instabile livello di consapevolezza, allucinazioni visive, paura intensa e tremori. A volte può avere anche crisi convulsive. Le allucinazioni possono essere di natura visiva, uditiva, tattile e impauriscono il soggetto. Possono presentarsi anche deliri di natura paranoide.

In caso di allucinosi alcolica, i sintomi psicotici si manifestano dopo una forte intossicazione da alcol, di solito si parla di dosi elevate di alcol assunte durante diversi giorni consecutivi. Le allucinazioni di solito sono di natura uditiva, dal contenuto minaccioso e accusatorio e spesso sono accompagnate da episodi di delirio.

 

L’amnesia parziale (blackout) è una perdita parziale o totale di quanto è accaduto al soggetto mentre era ubriaco, di solito fa riferimento ad un arco di tempo di varie ore, ma anche giorni. La persona in questione può ricordare episodi isolati, ma avere delle lacune di alcune ore in cui non ricorda cosa ha detto o fatto e chi ha incontrato.

 

Disturbi mentali cronici indotti dall’ alcol

Le conseguenze sul cervello dell’ abuso o della dipendenza prolungata da alcol possono diventare irreversibili, causando diverse patologie mentali, come ad esempio:

 

Demenza alcolica: è una forma di demenza causata da elementi esterni, in questo caso l’alcol, che scatena i sintomi tipici della demenza, come perdita della memoria a breve termine, confusione e disorientamento, cambiamenti di personalità o apatia.

Encefalopatia di Wernicke: si tratta della fase acuta precedente allo sviluppo della sindrome di Korsakoff; se l’encefalopatia di Werniche non viene trattata in modo adeguato, può portare, appunto alla sindrome sopracitata. I sintomi sono vari, come il nistagmo o l’oftalmoplegia (paralisi dei muscoli oculari), mancanza di coordinazione nei movimenti, disorientamento nel tempo e nello spazio, prosopagnosia (incapacità di riconoscere volti familiari). Possono comparire anche apatia e problemi di attenzione e concentrazione. La malattia è progressiva e il trattamento prevede l’assunzione di dosi massicce di tiamina, ma i deficit causati sono irreversibili.

Sindrome di Korsakoff: è causata dal deficit nutrizionale di tiamina, o vitamina B, dovuto all’ abuso di alcol e alla malnutrizione continui. Provoca amnesia, soprattutto per quanto riguarda fatti in prossimità dell’inizio della malattia. Sono comuni anche le confabulazioni, per cui il paziente si inventa ricordi senza avere, però, l’intenzione di mentire o cerca di dare risposte a cose che non ricorda. Mostra apatia e non è consapevole della sua condizione, aspetto conosciuto come anosognosia.

Disturbi della personalità: un’assunzione prolungata di alcol, parliamo di anni, può avere ripercussioni sulla personalità del soggetto, il quale presenta gravi problemi a livello sociale e familiare.

 

 

FONTE: lamenteemeravigliosa.it

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8 giovani su 10 bevono a dismisura almeno una volta all’anno

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L’ Heavy Episodic Drinking, bere a dismisura in un’unica serata, è un’abitudine sempre più diffusa tra i giovani. Si lasciano andare a questo tipo di trasegressione, almeno una volta all’anno, l’83% dei giovani tra 18 e 29 anni. E’ emerso da una ricerca europea che ha coinvolto 390 ragazzi e ragazze bolognesi. Ecco tutti i risultati.

Si chiama Heavy Episodic Drinking (Hed) e significa bere molto, in un’unica serata. Quattro o 5 bicchieri di vino, boccali di birra o superalcolici, a seconda dei Risultati immagini per Heavy Episodic Drinkinggusti. Un modo di superare i limiti che piace a più di 8 giovani su 10. Può accadere una volta al mese o più raramente. Questa abitudine è stata l’oggetto di un’analisi condotta nell’ambito del progetto “Allcool”, dalla Commissione Europea e attivo in Italia, Spagna e Portogallo, indirizzato al contrasto di un fenomeno che riguarda in particolare i giovani. All’interno di questa stessa iniziativa l’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze Patologiche dell’Azienda Usl di Bologna ha condotto una indagine che ha coinvolto 390 ragazze e ragazzi tra i 18 e 29 anni, residenti Bologna, suddivisi tra studenti, lavoratori e in cerca di occupazione. Gli intervistati sono 366, 24 hanno partecipato a 3 focus group.

I risultati 
Le interviste hanno evidenziato l’utilizzo abituale di alcolici nel 73% degli intervistati. L’83% di essi ha sperimentato almeno un episodio di Hed nel corso dell’ultimo anno, il 39% con cadenza settimanale nel week end.

Dai 3 focus group è emerso che il consumo è più intenso tra gli studenti universitari con uno stile di vita orientato al divertimento. Concluse le attività quotidiane, la vita sociale si apre con l’aperitivo. Si beve tutti i giorni, ma in quantità maggiore nel fine settimana o in occasioni particolari. Sul volume dei consumi sembrano incidere l’ampia disponibilità di locali e di prodotti alcolici a basso prezzo.

Si inizia a bere alcolici già a casa, prima di uscire, in modo da spendere meno consumando di più. Per la stessa ragione, gli alcolici vengono acquistati nei supermercati o nei mini market e consumati soprattutto in strada, nei pressi dei locali che fanno tendenza. Diffusa, soprattutto tra i più giovani, l’abitudine a preparare cocktail fai da te, mescolando bevande analcoliche e superalcolici, tutte a basso costo, da bere poi in giro per la città.

In generale, i superalcolici sono consumati quasi esclusivamente con finalità psicoattive e i ragazzi sono informati sulle alterazioni che l’assunzione di alcol produce sul loro organismo. Quantità e prodotti vengono decisi in base allo stato emotivo che si vuole raggiungere. Si tratta di una scelta compiuta consapevolmente, ed i limiti da non superare sono individuati bilanciando gli impegni programmati per il giorno successivo con il calcolo dei tempi di ripresa necessari.

Conseguenze negative dell’abuso di alcol

Quasi tutti gli intervistati dichiarano di essere stati male a seguito di uso o abuso di alcolici. La metà dichiara di aver fatto cose che non ricorda, il 40% si è vergognato di quello che ha fatto, si è pentito di aver perso il controllo o di essere arrivato tardi al lavoro o a scuola. Un terzo ha avuto rapporti sessuali non protetti, uno su quattro ha litigato con gli amici o con la famiglia, uno su cinque si è fatto male accidentalmente o ho fatto del male ad un’altra persona. In percentuali comprese tra il 10% ed il 20% chi si è pentito di aver avuto rapporti sessuali occasionali, chi è stato vittima di un furto o di un incidente, chi ha danneggiato beni pubblici o proprietà private.

Mentre i ragazzi sono vittime di fatti traumatici e/o riportano danni fisici, le ragazze, anche se in modo statisticamente non significativo, riferiscono di rapporti sessuali non desiderati, di molestie subìte, di aver fatto cose delle quali ci si è vergognati o pentiti successivamente.

Comportamenti protettivi 
Il comportamento protettivo più diffuso è quello del guidatore designato, che dovrà astenersi o limitare al massimo l’assunzione di alcol nel corso della serata. Per evitare gli effetti indesiderati degli eccessi, gli alcolici vengono assunti lentamente, facendo trascorrere del tempo tra un drink e l’altro. Per mitigare gli effetti immediati dell’alcol si mangiano carboidrati, si alternano bibite analcoliche, si passeggia. Per contrastare particolari conseguenze post eccesso, come ad esempio l’acidità di stomaco, si ricorre a soft drink o a succhi di frutta o, in via preventiva, si scelgono locali nei quali si è sicuri di trovare alcolici di buona qualità o si beve solo ciò che si conosce. Queste ultime precauzioni sono adottate, in particolare, dai più giovani tra gli intervistati.

Dalle interviste emergono, inoltre, accortezze protettive come stare assieme a persone fidate e conosciute, non lasciare incustodita la propria bevanda, evitare competizioni e giochi alcolici, non mischiare alcol e stupefacenti.
In generale, la maggioranza degli intervistati si autoregola individualmente e non ritiene di dover intervenire sui comportamenti e sulle abitudini riguardanti il consumo di alcol di amici o conoscenti.

FONTE: quotidianosanita.it

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La dipendenza da alcool dei genitori aumenta le probabilità di disturbo depressivo dei figli

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Avere da bambini almeno un genitore con problemi di dipendenza da alcol droga aumenta il rischio per questi bambini, una volta diventati adulti, di sperimentare la depressione: è questa la conclusione alla quale sono giunti ricercatori dell’università di Toronto che hanno pubblicato il loro studio on line sulla rivista Psychiatry Research. Immagine correlata

I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 6300 adulti canadesi: 312 fra loro hanno dichiarato di aver sofferto di almeno un episodio di depressione maggiore nell’anno immediatamente passato.
877 persone del campione iniziale hanno dichiarato che prima dei 18 anni, quando ancora vivevano in casa con i genitori, almeno uno dei loro genitori aveva problemi di dipendenza da alcol o droga.
I ricercatori tenendo conto di tutti i possibili fattori di rischio che incidono sullo sviluppo di depressione come età, sesso, razza hanno potuto constatatre che i bambini che sperimentano nell’infanzia-adolescenza le dipendenze dei genitori hanno quasi il doppio delle probabilità, rispetto al resto della popolazione, di sviluppare depressione.

Secondo i ricercatori vivere un’esperienza traumatica e dolorosa come la dipendenza da alcol o droga dei genitori durante l’infanzia-adolescenza altera in maniera permanente il modo di rispondere e reagire alle situazioni stressanti e per questo, aumenta il rischio depressivo.
Per questo motivo quando si individuano  bambini con problemi genitoriali è fondamentale che vengano adeguatamente supportati da un punto di vista psicologico per evitare loro, spiacevoli conseguenze anche nella vita adulta.

FONTE:
HealthDay News – Angela Nanni

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India, come combattere l’alcol? Con gli scacchi!

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A Marottichal, nello Stato indiano del Kerala, un uomo che venerava Bobby Fischer, ha creato in casa sua classi per insegnare il gioco. Ora il 90% degli abitanti gioca a scacchi e l’alcolismo è diminuito.

Questa è una storia che viene da lontano, dall’India per la precisione. E’ la classica storia di miseria e riscatto, di una salvezza insperata raggiunta grazie allo sport. Prendete, infatti, Marottichal, un paese sperduto nello stato del Kerala, quello con il tasso di alfabetizzazione (oltre il 90% della popolazione) più elevato, e un’intera popolazione dedita al consumo di alcol e nessuna prospettiva all’orizzonte. In questo contesto metteteci un uomo, C Unnikrishnan, che da un po’ di tempo è considerato il salvatore della patria e che sta ricevendo ringraziamenti da parte di tutta la sua gente. Cosa ha fatto di speciale? Ha capito che l’alcolismo stava effettivamente distruggendo il suo paese e che per contrastarlo fosse necessario sostituire questa orrende dipendenza con una dipendenza più salutare, più intelligente: il gioco degli scacchi.

ALCOL VS SCACCHI — Unnikrishnan, dopo aver letto su una rivista la storia di Bobby Fischer, l’americano riuscito a diventare il più giovane Grandmaster degli scacchi all’età di 16 anni, ha deciso di dedicare il suo tempo alla creazione di classi specifiche in cui insegnare questo gioco. Inizialmente ha messo a disposizione la sua casa, in cui dava lezioni gratuite, arrivando a formare (tra vecchi e giovani, indistintamente) più di 600 persone. Oggi, ha messo in piedi un particolare ristorante in cui tutti possono andare a qualsiasi ora per giocare a scacchi. “Gli scacchi sono la mia passione. Una volta che inizio a giocarci, mi dimentico di tutto il resto”, ha detto l’indiano. Oggi, grazie a lui, il 90% degli abitanti di Marottichal gioca a scacchi: nonni e nipoti, uomini e donne, tutti insieme a brindare con gli scacchi e non con l’alcol durante le partite.

 

CHI L’HA VINTA? — Gli scacchi, insomma, hanno decisamente sconfitto l’alcolismo. Marottichal è diventato il paese di riferimento dell’India per questo sport. Con il 90% di abitanti alfabetizzati al gioco degli scacchi, diviene il primo paese del mondo con questa caratteristica. Viswanathan Anand, indiano e cinque volte campione del mondo di scacchi, ha ammesso che il paese è diventato “un’oasi rara nel mondo degli scacchi”. Questa straordinaria storia di sport e vita ha dato anche inspirazione per la creazione di un film uscito nel 2013. Ed è straordinario, oggi, vedere un’intera popolazione dedicarsi ad alfieri e pedoni, tra torri e cavalli, e in cui tutti, a loro modo, sono riusciti a divenire re e regine.

 

FONTE: gazzetta.it

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